Cambio stagione o cambio epocale?

Il mondo sta cambiando. Anzi, è già cambiato. L’avvento del Covid-19 e la conseguente emergenza sanitaria che ha portato con sé ha coinvolto, e stravolto, un po’ tutti i settori, tutte le economie e tutti i Paesi del mondo. La moda non è stata risparmiata dalla tragedia sociale ed economica che ci ha investito: pensare che un settore primario a livello economico, specie nel nostro Paese, come quello del comparto moda non avrebbe risentito di una crisi globale era pura utopia. Ma ciò che è cambiato, e non ci è dato ancora se in meglio o peggio, è la concezione stessa della moda.

E’ vero, si parla ancora di trend, di mode passeggere, di collezioni e linee che appaiono e scompaiono per poi riapparire più forti di prima. Ma si parla anche di nuove consapevolezze, della necessità di fermarci un attimo, osservare ciò che sta accadendo, valutare l’impatto – anche ambientale – di tutto ciò che ruota attorno a questo “grande carrozzone” della moda. E sperimentare, come sta già accadendo, un radicale cambiamento di punto di vista del settore fashion.

Come al solito pioniere dell’esigenza di cambiamento è stato lui, Giorgio Armani, che ha lanciato un grido di allarme e ha invocato la necessità di rallentare, di non assoggettarsi più al continuo flusso di coscienza degli stili che passano via così veloci da non dare il tempo di assorbirli.

Non si può pensare solo al profitto. La moda deve rallentare se vuole ripartire. E tornare a essere umana

La moda deve rallentare. E deve farlo ora, perché non è solo l’emergenza Covid a doverci aprire gli occhi, ma anche i cambiamenti climatici che stanno consumando lentamente il pianeta che abitiamo. E ce lo chiedono i tempi, i modi, le persone. Il cambiamento dev’essere qui ed ora e deve partire dalle piccole cose, dai piccoli gesti quotidiani che ognuno di noi può compiere.

Negli ultimi anni la moda ha scoperto di poter vivere in modo più sostenibile, rispettoso dei diritti umani e dell’ambiente. Ha scoperto che c’è un altro mondo, oltre al fast fashion, un mondo che merita di più di vedersi prosciugato in nome di un industria effimera che usa e consuma tutto troppo rapidamente. La moda etica si è conquistata uno spazio importante nel comparto, e sempre di più stilisti votati all’eco-fashion stanno facendo sentire la loro voce.

Possiamo tutti fare qualcosa, anche semplicemente fermandoci anche noi a osservare, toccare con mano, riflettere su ciò che compriamo: non ci occorrono tonnellate di vestiti per essere felici e non servono all’ambiente.

Dobbiamo abbandonare l’idea consumistica dell’ “indosso e getto via”, l’acquisto compulsivo di capi sempre più low cost, ma high price in termini di consumo energetico. Ripartiamo dalle nuove consapevolezze che quest’era ci sta regalando perché anche un semplice cambio di stagione, ora, può essere un cambio epocale.

LA MODA DEVE RIFLETTERE CHI SEI,  CIO’ CHE SENTI IN QUEL MOMENTO, DOVE STAI ANDANDO

E allora partiamo da ciò che possiamo fare: apriamo l’armadio, scegliamo con cura cosa tenere e cosa dare via, ma facciamolo in modo intelligente. Doniamo alle associazioni che si occupano di ridistribuire abiti alle persone meno fortunate, oppure organizziamo uno swap party e scambiamo capi e accessori con le persone che conosciamo. O ancora, affidiamoci ad una consulente d’immagine che ci aiuti a valorizzare ciò che abbiamo già nel nostro armadio e magari non sappiamo come abbinare.

Dopo che abbiamo fatto questo, sediamoci con calma a fare l’elenco delle cose che davvero ci occorrono e puntiamo su capi e accessori davvero essenziali, evergreen, di quelli che non possono mancare mai nel guardaroba di ogni donna e che possono arricchirsi di qualche nuovo acquisto in questo autunno/inverno 2020, ma sempre con criterio. Scegliamo brand etici e sostenibili, scegliamo con gli occhi e con la testa, ma anche con il cuore.

E poi armiamoci di tanta pazienza e con una sana dose di organizzazione iniziamo a svuotare il nostro armadio mettendo da parte tutto ciò che nella stagione invernale non indosseremo.

Pensate a cosa indosserete in ufficio, ad esempio, e mettete vicini i blazer e le camicette o i sottogiacca che andrete ad abbinare, accostando i pantaloni o le gonne adatte. Per l’ufficio giocate su capi basic, palette neutre e ravvivabili facilmente con gli accessori in modo da non aver bisogno di troppe cose, ma essere sempre impeccabili. I capi cult che non potranno mancare quest’anno saranno senza dubbio un trench per l’autunno e un piumino lungo per l’inverno, ma anche un bel cappotto a vestaglia super morbido e confortevole; pantaloni dal taglio maschile, camicine con qualche ruches e naturalmente l’intramontabile tailleur, anche con le giacche a doppiopetto per le occasioni più importanti.

Poi non potrà mancare il tubino nero o quello con dettagli in pizzo per le serate speciali; l’abito monospalla per le occasioni più festaiole, così come un tocco di silver. Ricordatevi che il velluto liscio è tornato di gran moda e dunque non fatevi mancare un abito o un pantalone in questo prezioso tessuto.

Di grande moda quest’anno anche cascate di perline e frange, quindi se avete messo da parte tempo fa dei capi con queste decorazioni, recuperateli pure senza ombra di dubbio, perché sono tornati di gran moda. Oppure portate i vostri capi dalla vostra sarta di fiducia e fateli modificare: basterà poco per rinnovarli totalmente e l’ambiente ringrazierà.

Infine gli accessori: anche questi possono vivere una nuova vita. Se avete delle scarpe a cui tenete molto e che non volete buttare via, ma hanno la suola o i tacchi consumati, portateli da un calzolaio di fiducia: torneranno come nuove.

Impariamo a prenderci cura di ciò che già abbiamo con noi, gettiamo ciò che davvero non usiamo più e teniamo con noi ciò che può essere sistemato e riutilizzato. Pensiamo ad esempio ai tanti brand di up-cycling che stanno nascendo negli ultimi anni, capaci di dare nuova vita a materiali o capi ormai obsoleti e inutilizzabili.

Tutti possiamo fare la differenza, un passo alla volta. Anche partendo dal nostro armadio.

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