Non vi parlerò del successo di questa serie TV in onda su Netflix, non vi parlerò di tutte le notizie da comunicato stampa riprese pedissequamente da tutti i media.
Proverò invece a darvi un mio personale spaccato di questa produzione che – a guardare bene – altro non è che una versione evoluta di ben più famose fiction o soap opera dove tutto si fonda sul tipico intreccio amoroso, i segreti svelati, la bellezza dei protagonisti, l’intreccio delle storie dei co-protagonisti.
Naturalmente qui siamo davanti a un’operazione cinematografica ben più avvincente, altrimenti non sarei qui a parlarne e non avrebbe avuto tale riscontro planetario.
A partire dalla trama, o ancora meglio, sul classico canovaccio della Commedia dell’Arte, è stato ricreato un mondo dove nulla è casuale, ma piuttosto magistralmente studiato a tavolino.
Io ho identificato 5 chiavi di lettura che voglio condividere con voi.
- AMBIENTE E RIFERIMENTO STORICO
Chi conosce bene la storia sa che il mondo evocato da Bridgerton non è perfettamente fedele al periodo Regency, ma lo stesso team di professionisti che ha lavorato alla realizzazione della serie TV lo ammette.
Di quest’epoca hanno colto le similitudini con il mondo attuale.
Fu un momento di grande evoluzione, cambiamenti, anzi si può affermare che si visse una vera e proprio rivoluzione culturale e anche industriale/economica.
Cambiarono gli assetti della società, la visione del mondo da parte delle persone che iniziavano a guardare al futuro con occhi nuovi.
Il secolo precedente si è chiuso con la rivoluzione francese, Napoleone salì al potere e in Inghilterra fu incoronato Re Giorgio III (che vediamo nel film).
E forse non tutti sanno che il Re sposò una donna che suscitò non pochi chiacchiericci a corte per la sua pelle mulatta.
Nel sangue della regina Charlotte di Mecklenburg-Strelitz infatti scorreva il sangue di un ramo «di colore» della casa reale portoghese, tant’è che venne definita “la regina nera”.
Che nella serie Bridgetown compaia quindi la figura della Regina Carlotta – non presente nei libri di Julia Quinn e interpretata da un attrice di colore – non è casuale.
Come non è casuale la scelta di un cast multi-etnico.
L’obiettivo era scegliere la strada dell’inclusività adottando la tecnica del blind-color casting, ovvero un casting integrato, non tradizionale, che non considera l’etnia dell’attore, il colore della pelle, la forma del corpo, il sesso e / o il genere, ma solo la bravura!
E di fatto oggi nella casa reale inglese abbiamo un altro esempio di “principessa nera” se pensiamo a Meghan Markle, che si è definita pubblicamente «bi-racial, half white and half black, ethnically ambiguous»
Quello proposto da Bridgerton è un messaggio mediatico che vuole sostenere un cambiamento culturale valido oggi come ieri.
La stessa moda sta sempre più includendo figure che non rispecchiano i tipici ideali di bellezza o stereotipi di ruolo, ma dà voce a ogni forma di espressione dell’essere (body positive, LGBT community, diversity, etc).
- ISPIRAZIONI
Bridgerton ci è piaciuto molto anche per la caratterizzazione dei personaggi.
Tutti ben definiti nella loro personalità, stile e look.
Alle spalle c’è stato un grande lavoro, firmato dalla stilista Ellen Mirojnick, che tanto mi ha ricordato l’approccio dei grandi costumisti della Hollywood degli anni ’30/’50, penso a Adrian o Edith Head.
Questi stilisti, perché vanno chiamati così, hanno fatto scuola a tutta la generazione di costumisti cinematografici e non solo perché hanno posto le basi tecniche e creative per la costruzione dei personaggi.
La scelta dei colori (non solo degli abiti, ma anche di capelli e make-up), la scelta dello styling, degli accessori sono tutti elementi fondamentali per determinare il carattere del personaggio.
E così la Regina Carlotta si ispira alla vera Regina Charlotte, la quale non cambiò mai la silhouette dei suoi abiti durante tutto il suo regno. Abiti gloriosi e ricercati, ma anche molto strutturati e rigidi che richiedevano grande impegno e fatica per essere indossati.
In effetti gli abiti indossati nella serie sono tutti molto pomposi, barocchi, quasi circensi. La regina sembra fuori dal tempo che scorre oltre le mura del suo castello. Vuota e cristallizzata, è una maschera, non una persona.
La stilista Ellen Mirojnick ha affermato che i disegni e i dipinti dell’epoca Regency sono stati essenziali per preparare la base di tutti gli sketches.
In quest’epoca eleganza e bon-ton erano le parole chiave, soprattutto nell’alta società.
E così lo styling degli abiti di tutte le altre protagoniste di Bridgerton si è ispirato alla silhouette del 1800, ma interpretato in chiave moderna.
Il risultato ottenuto è degno di nota non solo per la qualità artigianale degli abiti, ma per l’accuratezza storica e la perizia di particolari (ricordate la scena dove il Duca spoglia Daphne delle mutande di seta che sono rigorosamente chiuse con bottoni rivestiti di tessuto? :))
Per la scelta delle fantasie e dei tessuti invece la stilista ha volto lo sguardo a decenni più recenti, gli anni ’50/’60, con particolare attenzione agli archivi delle prime collezioni di Dior.
Tutti i corsetti, evocazione non solo dell’800, ma anche del New Look di Dior, sono stati creati dalla famosa corsettista Mister Pear, che al Met Gala del 2019 ha realizzato per Thierry Mugler quello iconico di Kim Kardashian, ma ancora prima ha firmato quelli di Jean Paul Gaultier.
Anche per la caratterizzazione degli altri personaggi femminili il riferimento è più recente: Daphne ricorda Audrey Hepburn nel film Guerra e Pace mentre Lady Portia Featherington evoca i look un po’ kitsch di Elizabeth Taylor e Joan Collins.
Per quanto riguarda i personaggi maschili, benché minori ma degni di nota, ce ne è uno che spicca sopra gli altri: il Duca di Hasting, ovvero Simon Basset. Bello, ammaliante e scandaloso, il suo guardaroba rappresenta in pieno tutte le qualità del perfetto dandy che ha viaggiato per il mondo, sofisticato e misterioso.
E il dandismo è esattamente frutto dell’epoca Regency con un interprete assoluto come il poeta Lord Byron.
- PALETTE COLORI
Va da sé che la caratterizzazione dei personaggi parte dall’analisi della loro palette perché i colori, si sa, hanno una loro simbologia e significato intrinseco.
“Ogni famiglia ha il suo colore, una palette specifica che la rappresenta e che svela allo spettatore quello che i personaggi non dicono” afferma Ellen
E così risultano vistosi e vagamente pacchiani gli abiti delle donne Featherington, in contrasto con le nuances sorbetto per la gamma di sfumature di casa Bridgerton
I Bridgerton sono la famiglia aristocratica per eccellenza: ricca, elegante, raffinata, educata. Le donne vestono solo di colori tenui, polverosi: celeste, argenti leggeri e verdi appena accennati. Gli uomini optano per il blu, il grigio, il bianco, comunque colori considerati basic e formali. Solo il figlio Benedict propone un look un po’ diverso dal cliché familiare, ma infatti tra i tre fratelli è quello più vicino al mondo dandy, anche per le sue scelte di vita.
La palette della famiglia Bridgerton è decisamente fredda, proprio a sottolineare lo status sociale inarrivabile, altero, elitario, distaccato dalle pene dell’uomo comune.
La famiglia Featherington al contrario non appartiene alla classe sociale dei nobili: gli abiti propongono ricami floreali, colori vibranti, tessuti corposi con un effetto a volte un po’ chiassoso, ma infatti le protagoniste vogliono gridare al mondo il loro tanto ambito status sociale, che come sappiamo è tuttavia appeso a un filo.
La palette della famiglia Featherington invece è prevalentemente calda, come caldo e passionale è lo spirito dell’uomo comune, che si è fatto da sé, l’arrampicatore, che si accende per un nonnulla. Se ci avete fatto caso spesso il viso di Lady Portia si avvampa e diventa rosso, manifestazione di un’emotività più schietta e meno controllata di una vera aristocratica.
Le donne venivano giudicate dal loro ‘contegno’ come spesso viene ripetuto, ovvero dalla capacità di essere discrete, imperturbabile e algide.
Anche il make up segue questa regola, delicato per le Bridgerton, molto anni ’60 quello delle Featherington.
Il Duca Simon ha una palette tutta sua. Colori cupi, come cupo e tormentato è il suo stato d’animo e il suo passato. L’animo di un vero dandy!
Nero, bordeaux, blu scuro, grigio, ma tutti proposti in chiave luxury con la scelta del velluto, che di fatto dona preziosità, ma anche luce.
- I BIJOUX
La differenza di classe è suggerita anche dalla scelta dei gioielli e soprattutto le tiare firmate Swarovski.
I Bridgerton hanno come simbolo l’ape, mentre i Featherington la farfalla e le vediamo soprattutto come fermagli nelle acconciature.
Per il Cristianesimo l’ape era simbolo di castità e virtù, ma è anche simbolo di purezza, di coraggio, intelligenza e determinazione.
La farfalla è simbolo di libertà e bellezza, ma trasmette anche l’idea dell’effimero, della trasformazione, metamorfosi, proprio come effimera appare la vita della famiglia Featherington.
Bridgerton ci parla di stile e riporta ufficialmente sotto ai riflettori anche il collarino, di solito in velluto, meglio conosciuto come choker.
In epoca Regency il ‘nastrino’ ben stretto intorno al collo era un vero e proprio status quo: dava voce alle donne desiderose di indipendenza narrate dalla penna di Jane Austen, Meglio, però, se realizzati con fili di perle con pendenti in diamanti!
Va precisato quando si parla di chocker si intende ‘nastrino’ in senso largo perchè se fossimo fedeli alla sua natura dovrebbe essere il semplice nastrino di velluto, impreziosito da decorazioni floreali o in cameo, utilizzato dalle donne poco abbienti per abbellire il décolleté.
Fu Anna Bolena a elevarne il potenziale con il suo collier iconico, interamente di perle con una vistosa B dorata. Il perché la pioniera dell’alta società scelse proprio questo gioiello è semplice: il choker ha la capacità immediata di allungare e aggraziare la parte inferiore del collo, rendendolo così un punto dall’alto tasso di seduzione.
Ecco perché non stupisce che Daphne Bridgerton ami indossarlo durante le sue passeggiate con il duca di Hastings.
Voi prendetela a esempio perché il choker sarà il vero trend della prossima Spring Summer!
- TREND MODA CHE VEDIAMO NELLA SERIE TV
E parlando di tendenze, vi faccio notare che nonostante Bridgerton si riferisca a un’epoca passata, il suo stile introduce elementi attuali che ritroveremo nelle collezioni della prossima Spring Summer.
Le collezioni dell’haute couture hanno proposto infatti abiti in stile impero, gonne lunghe e maniche a sbuffo che ricordano i costumi di Bridgerton.
Anche la palette SS 2021 contiene molti dei colori sorbetto che contraddistinguono Daphne e la sua famiglia e poi il giallo, pieno, solare che invece ama molto la famiglia Featherington e in particolare Penelope.
Dalla sua famiglia deriva un altro motivo che invaderà le vetrine della primavera: i fiori. Che siano applicazioni o disegni impressi nel tessuto, i fiori saranno un must per gli outfit della stagione più romantica dell’anno.
Ultimo trend: il corsetto, che si mimetizza perfettamente per conferire l’apparenza di una vita stretta.
Qualche esempio?
Le romantiche creazioni in chiffon di Pierpaolo Piccioli per Valentino e i pizzi sangallo di Alberta Ferretti.
Di segno diverso la collezione di Jeremy Scott per Moschino che, attraverso una serie di marionette, ha immaginato un ironico viaggio in saloni couture.
Passando poi per gli esercizi di stile di Simone Rocha, si arriva alle creazioni di Erdem Moralioglu.