Quando si parla di periodi storici particolarmente significativi, non si può non citare i ruggenti anni ’20: chi ha visto il Grande Gatsby, trasposizione cinematografica del romanzo di Francis Scott Fitzgerald, sa di cosa parliamo.
Sono gli anni del primo post dopoguerra, dei grandi stravolgimenti politici, della rinascita sociale, delle big band e del Charlestone, ma anche dell’old jazz e dei gangster. E’ il periodo delle divine del cinema muto come Mary Astor e Thalia Barbarova, così come di icone come Myrna Loy, Fay Wray e soprattutto Louise Brooks.
Sono anni di grande fermento anche nella moda, dopo anni di ristrettezza e difficoltà, che vedono la presenza sulla scena di stilisti come Coco Chanel e Madeleine Vionnet e la nascita del fenomeno delle“Flapper Girl” ovvero donne che vivevano in maniera paritaria rispetto agli uomini, bevendo e fumando in pubblico, infrangendo di fatto le buone norme sociali dell’epoca.
In realtà sono anni importanti per le donne: nel 1920 il “sesso debole” conquista finalmente il diritto di voto, mentre lo stile, nella moda, è sicuramente più pratico e vezzoso rispetto al passato.
La moda degli anni ’20 assorbe le contaminazioni dell’epoca e si adatta: spariscono le forme morbide e burrose dei primi del ‘900, le donne diventano sempre più sottili e androgine. Gonne corte, abiti dalla linea a sacchetto, smanicati, piume e frange conquistano i guardaroba femminili insieme a capi eleganti e raffinati: dai tailleur ai cappotti con dettagli in pelliccia fino ai copricapi a cloche.
E’ in questo momento che compare il reggiseno nell’abbigliamento femminile, ma più come metodo per appiattire e nascondere il seno che per enfatizzarlo.
E’ il periodo dei look alla garçonne, dove i pantaloni, lanciati tra le prime proprio da Chanel, prendono il posto delle gonne a simboleggiare la necessità, da parte delle donne, di look più pratici; si accorciano le giacche e le gonne, le silhouette non sono segnate ma sempre piuttosto scivolate.
Via libera in questa moda di rinascita ai colori, alle stampe vivaci, alle decorazioni e soprattutto ai dettagli ricamati, alle stole, ai lunghi fili di perle, ai lustrini, alle paillettes e alle bellissime Mary Jean con il cinturino alla caviglia.
Molto sentita, soprattutto nella prima parte degli anni ’20, anche l’influenza proveniente dall’Egitto con simboli e arabeschi ricamati sui tessuti che ben presto diventeranno sempre più preziosi e sofisticati, velluto in primis.
La vera rivoluzione però la porta Chanel con il suo jersey elastico, resistente e a buon mercato: è in questi anni che nasce la leggenda del little black dress, l’abitino nero che ancora oggi tutte noi indossiamo come simbolo di eleganza passepartout.
Ancora oggi lo stile degli Anni ’20 è molto apprezzato e amato e può essere ricreato anche indossando piccoli pezzi, che siano un tubino nero con un filo di perle e una romantica stola in velluto o un paio di pantaloni in jersey, una camicia impreziosita da paillettes e micro-piume e una pratica cloche.
Proprio questo inverno sono tornati di moda i ruggenti anni ’20 grazie alle sfilate di grandi griffe come Loewe, Rochas, Moschino, Marchesa, Michael Kors e molti altri, che hanno portato in passerella abiti ispirati proprio a questo periodo storico, in un tripudio di frange e linee femminili, ma pratiche.
Tra l’altro questi capi non sono neanche difficili da trovare, anzi: ormai si possono acquistare un po’ ovunque, dai negozi più forniti ai mercatini vintage, mentre per chi desidera andare a colpo sicuro con zero fatica può andare a visitare i siti come Zalando e Amazon dove è possibile trovare molti capi ispirati proprio agli anni’20.
Naturalmente un outfit di questo periodo dev’essere corredato da pettinatura e make up a tema: i capelli devono essere alla garçonne o comunque medio-corti e lucidi, con onde ricercate e scriminatura laterale, magari arricchiti da cerchietti o fasce. Il trucco anni ’20 invece enfatizza la bocca e gli occhi: un tocco di kajal, un rossetto intenso e un incarnato perfetto saranno la soluzione ideale.