KNIT KNIT: storia e genialità per maglie glamour

Spesso si parla di moda intesa come abbigliamento, accessori, colori, dettagli, tessuti: ma la moda è molto di più.

E’ ispirazione, intuizione, idee, creatività: è come un viaggio che spesso parte da lontano, fa giri lunghissimi, a volte complessi, e alla fine termina in una meta speciale, la creazione stessa.

Nella storia della moda sono innumerevoli, ad esempio, gli stilisti che hanno iniziato a realizzare le proprie collezioni moda lasciandosi ispirare dai viaggi fatti, dai luoghi visitati, dalle culture dei popoli che hanno avuto il piacere di incontrare.

Così come sono molti i designer che hanno dato vita alle loro creazioni grazie ad un guizzo creativo, un’intuizione felice poi rivelatasi il punto di forza sul quale costruire il proprio brand.

E’ questo che è accaduto a Simona Fenaroli, anima di Knit Knit, uno speciale brand i di maglieria nato proprio da un “esperimento” rivelatosi il geniale punto di partenza del tutto.

KNIT KNIT: la maglia Made in Italy…nata da un collant!

Il comparto maglieria è molto presente nel nostro Paese, da sempre detentore di una grande tradizione, grazie alla presenza di alcuni importanti distretti dedicati. KNIT KNIT nasce proprio rivolgendosi a questa grande tradizione, ma lo fa a partire da un’intuizione particolarissima della sua fondatrice, Simona Fenaroli: da un dono molto semplice, un collant in lurex, Simona ha l’intuizione di trasformarlo in una maglia speciale, in grado di regalare uno stile unico a chi la indossa.

Da questo primo esperimento nasce il brand KNIT KNIT che oggi si compone di una maglieria femminile, glam e perfetta per la donna contemporanea, fatta di linee minimal e colori passepartout, spesso mixati in modo originale tra di loro.

Il viaggio come punto di partenza per creare un brand unico

Simona ha viaggiato molto nella sua vita, soprattutto in Oriente: ha poi unito le emozioni raccolte in quei viaggi alla sua conoscenza del mondo femminile, contribuendo a delineare al meglio il target al quale si rivolge il brand KNIT KNIT: un target molto vasto e trasversale che, potenzialmente, comprende tutto il mondo femminile, con focus soprattutto sulle donne che si sentono costantemente in evoluzione, che amano esprimere la propria femminilità anche nel modo di vestire, che cercano sempre di sorprendere, ma senza eccessi, consapevoli che la vera eleganza è nei dettagli.

Il mondo KNIT KNIT è dunque un mondo affascinante che ho voluto conoscere meglio intervistando proprio la sua creatrice.

Cosa pensa del sistema moda Italia?

La moda italiana è sicuramente un grande sistema che funziona molto bene per singoli marchi.

C’è ancora molto da fare per renderlo un sistema soddisfacente.

L’Italia e quindi le firme italiane hanno ancora un peso a livello internazionale?

In un momento di mercato in cui i Mass prendono sempre più spazio in termini di quantità, il made in Italy inteso proprio come Moda Italiana, prende sempre più peso.

Nonostante la capacità di un capo di abbigliamento di attrarre per una convenienza economica, la moda emoziona , il bello si distingue, il valore aggiunto di un capo di abbigliamento o maglieria è dato dalla personalità ed unicità dello stesso.

La moda oggi può ancora definirsi driver di tendenze come è accaduto nel passato?

Assolutamente, la differenza è il mezzo con cui viene veicolata la moda. Prima c’erano i negozi, i buyer internazionali che girando per il mondo in fiere e showroom facevano ricerca da proporre ai clienti,  oggi tramite i social tutto è più veloce e se mi permette piu’ confuso.

Si vede qualcosa di davvero originale o è tutto mix and match e richiamo al passato?

Con occhi attenti ci sono ancora molti brand capaci di distinguersi.

Il mercato si è un po’ contaminato da i Mass e da chi crede che basta avere una forte visibilità sui social per diventare stilista.

Siamo invasi da creatori!

C’è ancora spazio per la creatività o tutto è dominato da logiche di business come per i grandi brand guidati da holding internazionali?

I negozi sono sempre più alla ricerca di creatività di giovani stilisti proprio per ampliare le offerte.

Oggi più che mai.

C’è ancora spazio per l’haute couture o il pret a porter spadroneggerà fino a diventare l’unica possibilità di scelta?

Certo che l’haute couture trova ancora spazio ma probabilmente sempre più in paesi emergenti e non nel vecchio continente

E l’artigianalità?

Credo sempre meno.

Cosa è il lusso oggi?

Il lusso di oggi si differenzia a seconda del paese di riferimento.

Ci sono lussi sfarzosi nei paesi detti “emergenti” dove il ricco lo è veramente e dove serve addirittura sottolinearlo, mentre nel vecchio continente e in occidente in generale si cerca di ostentare sempre meno .

Come ritagliarsi un proprio spazio? Quale è il fattore di diversificazione e unicità per essere conosciuti e riconosciuti?

Fondamentale è rimanere coerenti con la personalità del proprio marchio, cercare di essere attenti alle esigenze ormai intese come desideri del mercato, rinnovarsi senza cambiare il mood del brand.

Cosa offre di unico il suo brand?

Il suo mood.

Quale è il principio cui si ispira?

Mi ispiro al mondo femminile visto e rivisitato durante i miei viaggi, ad una donna in evoluzione, ad una femminilità espressa anche dal modo di vestire, che sorprende senza essere eccessiva.

Quale è il suo target?

Tutto il mondo femminile in generale.

Cosa vogliono i consumatori oggi?

Emozionarsi.

Aneddoti da raccontare?

Ho incontrato un collant e l’ho trasformato in maglia.

E per il futuro? Dove sarà il suo brand?

Spero, nella scelta di tutte le donne.

Consiglio per i giovani che vogliono intraprendere la sua professione?

Passione, è il motore che accende tutto!

 

 

 

 

 

 

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