Oggi racconto una nuova storia. Quella di Vladimiro Gioia, direttore creativo dell’omonima maison.
Quarto di cinque fratelli, Vladimiro è erede di una nota azienda a conduzione familiare del comasco, specializzata nella lavorazione di pellicce pregiate.
Gioia Pellicce è nata nel 1989 e fin da subito si è distinta sul mercato per l’originalissima lavorazione dei capi: intarsi, mosaici e incisione laser di diversi colori davano vita a creazioni che hanno attirato l’attenzione dei più importanti famosi designer e brand internazionale – Valentino, Burberry, Casadei, Christian Dior, John Galliano, D Squared , Max Mara, Fra, Iceberg, Borsalino, Bally.
L’azienda rappresenta a pieno il significato del Made in Italy, ovvero della qualità della lavorazione, sempre impeccabile, e della maestria e creatività propria dell’artigianalità.
Nel 2009 l’azienda ‘cambia pelle’ (è proprio il caso di dirlo) e lancia il marchio Vladimiro Gioia con una collezione 2009-2010 autunno/inverno caratterizzata da un look sempre molto originale e ricercato, ma con quel twist in più che lo rende giovanile e quindi di tendenza.
Vladimiro conosce perfettamente i segreti delle tecniche di lavorazione di pellicce, è cresciuto all’ombra di straordinari artigiani con cui ancora oggi lavora nel suo ufficio stile; per questo è riuscito a coniugare tradizione e innovazione creando qualcosa di davvero unico .
Il punto di svolta fu nel 2009/2010, quando Vladimiro Gioia è stato scelto da Domenico Dolce e Stefano Gabbana per il progetto Spiga 2 focalizzata su nuovi designer.
In questa occasione Vladimiro ha potuto mostrare la sua grande capacità di proseguire nel solco della produzione artistica introducendo novità stilistiche che danno ulteriore valore alla creazione finale: un artigianato moderno dove l’immagine e la cura del prodotto coesistono.
Oggi la Maison è un’affermata realtà che propone in tutto il mondo le sue collezioni, è un altro degli straordinari ambassador dello stile italiano.
E quando abbiamo chiesto a Vladimiro dove si vede nel futuro conferma che la sua visione è promuovere e sostenere sempre l’allure di esclusività dato dalle lavorazioni artigianali che sono alla base del nostro Made in Italy e delle sue stesse creazioni.
Parlando di esclusività, di allure, gli ho chiesto quindi cosa propone il marchio di unico secondo la sua personale visione.
Lusso per tutti i giorni e una serie di capi che sono un mix di puro design e lavorazione artigianale, una combinazione difficilmente imitabile.
Quale è il principio cui si ispira?
L’arte in tutte le sue forme. Mi piace molto leggere le biografie degli artisti: ciò mi aiuta a comprendere meglio il loro lavoro che è una grande fonte d’ispirazione per me.
Quale è il fattore di diversificazione per essere conosciuti e riconosciuti?
Saper capire e interpretare il proprio io per creare uno stile unico e riconoscibile, e soprattutto un prodotto eccellente.
Quindi torniamo all’artigianalità?
Proprio grazie a questa esigenza di volersi distinguere nel settore moda c’è stata una riscoperta del mondo artigiano, fatto di dettagli e di lavorazioni che erano sparite, come gli intarsi e i ricami fatti a mano.
C’è ancora spazio per la creatività o tutto è dominato da logiche di business?
Lo spazio c’è, come dimostra anche il mio brand. Il tutto però deve trovare un equilibrio con la gestione del proprio business sotto un profilo manageriale … con l’aggiunta di tanto coraggio!
C’è ancora spazio per l’haute couture?
No, anzi, tutt’altro: proprio le ultime tendenze stanno dando spazio all’haute couture, forse dovuto al desiderio di avere nel proprio armadio qualcosa di unico e originale, dai dettagli esclusivi.
Cosa pensa del sistema moda Italia?
L’Italia sforna sempre grandi talenti creativi che hanno un peso molto importante a livello stilistico nel panorama internazionale, infatti diversi direttori creativi a comando di brand di fama mondiale sono italiani.
Purtroppo non si può dire lo stesso per quanto riguarda l’aspetto economico, il cui ruolo del nostro Paese non è così rilevante: basti vedere quali sono i Paesi di origine di chi detiene la maggioranza delle griffe più importanti, italiane e non.
La moda oggi può ancora definirsi driver di tendenze come è accaduto nel passato?
Sicuramente! Le influencer stesse prendono spunto dalla moda e sono nate anche grazie ad essa. La moda è la più importante influencer che possa esistere e condiziona diversi aspetti della nostra vita quotidiana sia nel privato che nel pubblico.
Un esempio lampante è la musica: ormai gli artisti, dai grandi agli emergenti, identificano il loro stile non solo con le loro canzoni ma anche con il loro abbigliamento.
Si vede qualcosa di davvero originale o è tutto mix and match e richiamo al passato?
Alcune realtà più piccole e artigianali riescono, anche se con molto fatica, a creare collezioni originali ed uniche grazie a una ricerca dettagliata che ha lo scopo di differenziarsi dai brand già più affermati.
Cosa vogliono le donne oggi?
Sentirsi belle, sempre. Belle per se stesse e ciò significa anche indossare un capo che infonda sicurezza.
Quale è la donna di VLADIMIRO GIOIA?
E’ una donna sofisticata e misteriosa, un inno alla femminilità moderna, che si distingue per la sua personalità forte e determinata: un’ambivalenza quella tra un aspetto selvaggio e un aspetto più sensuale, che la rende indimenticabile.
Aneddoti da raccontare?
Ero a cena in un ristorante in centro a Milano, quando mi accordo che l’argomento del tavolo ero io: non si erano accorti della mia presenza ed è stato divertente ascoltare cosa dicessero!
Consiglio per i giovani che vogliono intraprendere la sua professione?
Seguire il proprio istinto e la propria creatività, cercando di non dimenticare l’aspetto imprenditoriale: solo con il giusto mix di questi 2 aspetti si può arrivare in alto. Uno non esclude l’altro: basta saper trovare il punto di incontro. Non è sempre facile, ovviamente!