Lo scorso weekend, dal 26 al 29 gennaio, si è tenuta la prima edizione 2017 di Altaroma.
Per chi non la conoscesse, Altaroma è la fashion week capitolina che due volte l’anno, a gennaio e a luglio, richiama nella città eterna moltissime persone da ogni parte di Italia e non solo, pronte a veder sfilare grandi nomi della moda nostrana, ma anche e soprattutto giovani designer emergenti.
Quest’anno la rassegna fashion si è tenuta in una nuova location rispetto agli anni passati, ovvero le sale del Guido Reni District. Non è cambiata invece la direzione, sempre saldamente in mano alla Presidente Silvia Venturini Fendi.
Pur nascendo con la mission principale di mettere in scena l’alta moda romana e italiana, Altaroma negli anni ha dato sempre maggiore spazio ai nuovi talenti, grazie soprattutto a iniziative come Who Is On Next, progetto realizzato in collaborazione con Vogue Italia, ma anche grazie a mostre, esposizioni, vernissage e final work delle più importanti Accademie e scuole di moda romane.
E’ così che Altaroma negli anni ha contribuito a dare risalto a numerosi stilisti che, nel tempo, sono diventati nomi di spicco del panorama moda mondiale, tra cui Tommaso Aquilano e Roberto Rimondi, Massimo Giorgetti di MSGM, Stella Jean, Arthur Arbesser, Gabriele Colangelo, Sergio Zambon, Co|Te, Nicholas Kirkwood, Lee Wood attuale direttore creativo di Dirk Bikkembergs, Giancarlo Petriglia, Albino D’Amato, Daizy Shely e molti altri.
Questi sono tutti nomi usciti dalle passerelle di Altaromapoi spostatisi in poli commerciali più concreti come Firenze e Milano. E’ però tra le fila delle sfilate capitoline che questi grandi nomi hanno trovato un loro primo trampolino di lancio: per questo le sfilate dei giovani designers che hanno partecipato anche in questa edizione 2017 di Altaroma meritano un’attenzione particolare.
Vediamo dunque più da vicino i giovani protagonisti di questa edizione.
Partiamo daArnoldo][Battois che ha presentato la sua collezione per l’autunno inverno 2017/18 dal titolo Halftones.
Dietro il brand in realtà si nascondono ben due stilisti veneziani, ovvero Silvano Arnoldo e Massimiliano Battois. Il loro bagaglio creativo è molto ricco e presenta un’esperienza lavorativa caratterizzata da una lunga collaborazione con Roberta di Camerino che risulta fondamentale per la loro crescita professionale e per la scoperta di una nuova passione: l’accessorio borsa.
La collezione presentata ad Altaroma è un esempio di Couture Pop perché mescola sapientemente suggestioni glamour dal sapore vintageun po’ anni ‘60 e atmosfere decisamente più contemporanee. E’ una collezione fatta di silhouette allungate ed esasperate sulla schiena, definite da volumi iper-costruiti e da maniche ampie e stampe acide. Non mancano toni pastello, dettagli in pelliccia e riflessi oro.
Altro nome da tenere d’occhio che ha sfilato in questa edizione di Altaroma è Edith Marcel. Anche qui il brand nasconde un duo creativo: Gianluca Ferracine Andrea Masato. La collezione per l’autunno/inverno 2017/18 che ha sfilato nella cornice romana, dal titolo DIPTYCH, ha indagato sulla tematica del genere e su forme, volumi e lunghezze che possano vestire indistintamente il corpo maschile e femminile.
Una collezione che ha preso ispirazione dagli interni onirici della pittura emotiva descritti da Francis Bacon e che Edith Marcel ha trasformato in un’idea di impossibile compostezza, fatta di stratificazioni e ripetizioni, mischiando materiali e colori, ma mantenendo essenziali le costruzioni degli abiti.
Particolarissima poi la sfilata firmata dalla designer Narguess Hatami che ha preso ispirazione per la sua collezione FW 2017/18 dal deserto e dai popoli che hanno fatto del viaggiare una filosofia di vita, i Nomadi Ghashghai e Bakhtiari, da cuila stilista riprende i colori e forme delle case, trasformate in maglie a punto pelliccia, in ricami a punto croce e frange applicate.
Lulù e Anna Poletti sono invece le menti creative di Melampo Milano: per la loro collezione portata in scena ad Altaroma, le due stiliste hanno preso ispirazione dalle opere del pittore surrealista contemporaneo Dino Valls. Ne è venuto fuori un viaggio in un universo lucido tra paesaggi umani ultra reali nei quali l’individuo vive sotto forma di sogno.
Tra i must have della collezione per l’autunno/inverno 2017/18, ricami di fiori , animali astratti, tessiture da camiceria accostate alla mussola di seta, mix di lana tartan e pizzo. E poi tanto chantilly, velluto delavè e le intramontabili stampe tappezzeria.
Altre due protagoniste di questa Altaroma 2017 sono state Greta Boldini e Marianna Cimini.
La prima, Greta Boldini, ha presentato la sua collezione dal titolo “Come Falene” caratterizzata dalle raffinate linee Anni ’40 per le silhuette, con abiti e gonne plissettate, capispalla dalla costruzione maschile e, must-have assoluto della collezione, la rivisitazione della giacca Barbour.
Tessuti e colori sono preziosi e ricercati: crepe de chine di seta pura, pizzo, chiffon, ma anche organze jacquard fil coupè che si accendono di una palette di colori estrema, fatta di antracite, tangerine, chianti ed ancora muschio, phard, glicine che danno sul petrolio, grigi e rosa violenti.
Marianna Cimini, infine, ha presentato ad Altaroma la sua “Teoria del Bambù” ispirata alla tradizione jap. La sua è una donna sognante e guerriera che, come il bambù, fa della propria fragilità una forza. Le stampe che caratterizzano gli abiti sono grafiche, fatte di opposti come il bianco e il nero con un tocco di blu china, mentre i materiali passano dal cotone al velluto fino ad arrivare ai capispalla in nylon. L’austerità e l’essenzialità delle forme è addolcita da nastri e fiocchi mentre le nervature tipiche del bambù disegnano rouches e impunture.
Credit foto: S. Dragone – G.Palma/Luca Sorrentino